Sheryl Sandberg, la tecnologia e la leadership femminile

L’industria tech è considerata – non a torto – un settore riservato esclusivamente agli uomini. Ma Sheryl Sandberg, attuale direttore operativo di Facebook, ha intenzione di cambiare le cose.
Prima di arrivare al colosso di Mark Zuckerberg nel 2008, la 45enne madre di due bambini lavorava ha lavorato da Google per quasi sette anni: nonostante la sua brillante carriera, sulla quale sembra non aver influito il suo genere sessuale, non ha potuto fare a meno di notare il gender gap esistente in quel mondo. Così, nel 2013, la Sandberg ha dato alle stampe il suo libro Lean In: Women, Work and the Will to Lead, in parte un’autobiografia, in parte un vero e proprio manifesto (tradotto in Italia con il titolo Facciamoci avanti), diventato subito un bestseller.
Adesso Sheryl si è spinta oltre, rivolgendosi alle generazioni più giovani. Facebook ha annunciato una partnership con LinkedIn, LeanIn.org e l’Anita Borg Institute, con l’obiettivo di favorire lo studio di computer science e ingegneria informatica tra le donne. Soltanto il 18% degli studenti di queste discipline, infatti, è rappresentato da ragazze.
Secondo l’autrice ed imprenditrice, c’è un grande problema legato agli stereotipi, che creano un circolo vizioso anche a livello di leadership. A suo parere, se ci sono poche donne a capo di aziende e multinazionali, è perché… ci sono poche donne a capo di aziende e multinazionali. Quando pensiamo a un manager, noi pensiamo immediatamente a un uomo: è come il paradosso dell’uovo e della gallina.
Per valorizzare le potenzialità femminili in campo tecnologico, c’è quindi bisogno di convincere innanzitutto le donne a mettere in discussione il monopolio maschile. Ci riusciremo anche in Italia?